Un grande scrittore racconta il suo Inizio
Volevo
un libro per un’ora e mezza di viaggio, qualcosa di breve che mi impedisse di
riflettere sui quegli agghiaccianti gemiti degli aerei e che tutti conosciamo.
Sono entrata in libreria con il familiare senso di connessione con l’universo
che accompagna un Acquisto, ma avendo finito da poche ore Follie di Brooklyn
(regalo del Direttore), ero in piena crisi d’astinenza da Paul Auster. Mi sono
dunque diretta con fare rabdomantico verso il suo scaffale e ho accarezzato i
dorsi finché non ho captato una vibrazione libresca. Ho sfilato un libricino
dello spessore di una sottiletta, il retro di copertina diceva: “A cavallo dei
trent’anni vissi un periodo in cui tutto quello che toccavo si trasformava in
un fallimento”. Il messaggio dell’universo a questo punto era piuttosto chiaro,
ma è stato il seguito a convincermi che quello sarebbe stato il mio libro da
aereo: “Paul Auster indaga negli anni del suo iniziale insuccesso e racconta la
sua lotta quotidiana per sbarcare il lunario”.
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