C’era una volta una bambina che ascoltò una
storia. La storia si intitolava La
Sirenetta ed era così triste che la bambina decise di riscriverla. La
bambina cominciò ad andare a scuola e la scuola era lontana. Dovendo fare ogni
giorno una lunga camminata, si mise a inventare storie per passarsi il tempo. Finché
nel 2013 – aveva ormai 82 anni – la bambina ricevette il Premio Nobel per la
Letteratura con questa motivazione: “Maestra
del racconto contemporaneo”.
Al posto della conferenza di fronte all’Accademia
di Svezia, Alice Munro ha rilasciato una videointervista intitolata In Her Own Words (Con Parole Sue).
Cardigan grigio sullo sfondo di una finestra dagli infissi bianchi, si è presentata
come uno dei suoi racconti: facendo finta di non avere altro da mostrare se non
un’anonima strada della provincia canadese. Dei suoi inizi dice: “Generalmente erano storie appaganti per me”
ed erano costruite sull’idea che la sirenetta “meritasse di più di una morte nell’acqua”. “A quei tempi la cosa importante era il lieto fine. In seguito però ho
cominciato a leggere cose tipo Cime Tempestose, sono comparsi finali molto tristi e ho cambiato totalmente le mie
idee, finché sono andata incontro al tragico”. Il giornalista le chiede
anche come sarebbe cambiata la sua scrittura nel tempo: “Oh beh, in modo molto prevedibile. Inizi scrivendo di principesse, poi
scrivi di casalinghe e bambini, finché arrivi alle donne anziane […]. È la tua
visione delle cose che cambia".
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C’era una volta una bambina che ascoltò una storia. La storia si intitolava La Sirenetta ed
era così triste che la bambina decise di riscriverla. La bambina
cominciò ad andare a scuola e la scuola era lontana. Dovendo fare ogni
giorno una lunga camminata, si mise a inventare storie per passarsi il
tempo. Finché nel 2013 – aveva ormai 82 anni – la bambina ricevette il
Premio Nobel per la Letteratura con questa motivazione: “Maestra del racconto contemporaneo”.
Al posto della conferenza di fronte all’Accademia di Svezia, Alice Munro ha rilasciato una videointervista intitolata In Her Own Words[U1] (Con Parole Sue).
Cardigan grigio sullo sfondo di una finestra dagli infissi bianchi, si è
presentata come uno dei suoi racconti: facendo finta di non avere altro
da mostrare se non un’anonima strada della provincia canadese. Dei suoi
inizi dice: “Generalmente erano storie appaganti per me ed erano costruite sull’idea che la sirenetta “meritasse di più di una morte nell’acqua. “A quei tempi la cosa importante era il lieto fine. In seguito però ho cominciato a leggere cose tipo Cime Tempestose, sono comparsi finali molto tristi e ho cambiato totalmente le mie idee, finché sono andata incontro al tragico. Il giornalista le chiede anche come sarebbe cambiata la sua scrittura nel tempo: “Oh
beh, in modo molto prevedibile. Inizi scrivendo di principesse, poi
scrivi di casalinghe e bambini, finché arrivi alle donne anziane […]. È
la tua visione delle cose che cambia”.
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